Palazzo Litta, Milano
Giovedì, 24 novembre 2022
Il 2022 è stato un anno molto significativo e impattante per il nostro Pianeta: pensiamo ai fenomeni che ci circondano come il dissesto idrogeologico, il cambiamento climatico, le calamità naturali, le recenti pandemie, le crisi energetiche, i fenomeni migratori in un pianeta sempre più globalizzato.
In questo contesto, il Ministero della Cultura deve preservare una delle risorse più preziose che abbiamo: il nostro immenso patrimonio culturale che costituisce una assoluta eccellenza del nostro Paese rispetto al resto del Mondo e utilizzare l’economia circolare per identificare modelli virtuosi che promuovano la cura condivisa e responsabile del patrimonio culturale anche attraverso la metodologia della conservazione preventiva e programmata.
(Art. 9 della Costituzione, nonché nell’art. 29 d.lgs. 42/2004 e nell’art. 3 DM 154/2017).
Il convegno “L’economia circolare per la rigenerazione del patrimonio culturale storico italiano” si è svolto giovedì 24 novembre 2022, presso Palazzo Litta, esemplare esempio di architettura barocchetta milanese del XVII secolo, in consegna al Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Lombardia, soggetto promotore dell’evento insieme ad AISEC. Gli interventi susseguitesi hanno avuto l’obiettivo di promuovere e sensibilizzare su alcune “best practice” da adottare e finalizzate a diffondere il concetto di riuso del patrimonio culturale, nella prospettiva dell’economia circolare quale veicolo anche di una sempre maggiore coesione sociale, e di tramandare questa sensibilità anche alle future generazioni.
Il confronto è stato moderato dalla Presidente di AISEC, la dott.ssa Eleonora Rizzuto, che ha illustrato una panoramica sul ruolo ricoperto dal settore dell’edilizia nel panorama economico italiano ed all’uso del metodo del Life Cycle Assessment e su come, secondo l’Associazione, tale metodologia possa essere utilizzata anche per il Patrimonio.
La dott.ssa Francesca Furst, Segretario Regionale del Ministero della Cultura per la Lombardia, ha introdotto il tema fulcro del convegno soffermandosi sui compiti del Ministero della Cultura, con riferimento alla Costituzione italiana, ad Agenda 2030 e al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il MIC è impegnato a innescare processi virtuosi multilivello finalizzati alla cura, alla tutela, al restauro e alla manutenzione del patrimonio culturale, con lo scopo di sopperire alla loro mancata o errata manutenzione e favorire la sostenibilità ambientale. A tal proposito, la dott.ssa Furst, fornendo anche esempi concreti già messi in campo dal Mic, ha citato la Convenzione di Faro e la Convenzione Europea del Paesaggio da cui si evince il forte legame tra sostenibilità e patrimonio culturale: un’eredità del passato da trasmettere alle generazioni future.
L’intervento del prof. Ezio Bolzacchini, associato dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca e referente scientifico per la valorizzazione di Palazzo Litta, si è concentrato sulla qualità dell’aria nei luoghi della cultura e negli ambiti museali, nello specifico Palazzo Litta, presentando i risultati della ricerca prodotta dal Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra dell’ateneo milanese. Lo studio ha confrontato le rilevazioni effettuate esternamente e internamente al Palazzo e ha esplicitato chiaramente la capacità di resilienza ai gas nocivi degli edifici storici.
Il dr. Pietro Petraroia, fondatore de Il Capitale culturale, ha presentato la call for papers “La conservazione preventiva e programmata del patrimonio culturale quale ambito delle politiche di economia circolare” per sollecitare l’invio di contributi sul rapporto fra comunità umane, ambiente e patrimonio culturale, nel momento di profonda crisi che il mondo sta attraversando. In particolare, insieme al prof. Stefano Della Torre e alla ricercatrice d.ssa Chiara Mariotti, si è proposto di partecipare ad un aperto confronto sulla possibilità di considerare la conservazione preventiva e programmata sui beni culturali quale componente fondamentale delle politiche di sostenibilità e, in particolare, di economia circolare, in coerenza con gli obiettivi ONU 2030 e con la Convenzione Faro.
La testimonianza dal mondo aziendale è arrivata da ARUP, leader mondiale in progettazione e pianificazione sostenibile nei settori delle infrastrutture, dell’edilizia e del consulting. Il capo della sostenibilità di ARUP ing. Paolo Cresci e il project manager ing. Daniela Azzaro hanno sottolineato la necessaria transizione della nostra società ad un approccio circolare che riguardi tutti i settori di sviluppo, secondo un approccio sistemico integrante ogni soggetto della filiera economica e di governance. Il patrimonio culturale può essere protagonista non solo nello sviluppo di soluzioni e proposte di settore, ma può farsi promotore di una trasformazione culturale del Paese. Partendo dalla sua esperienza internazionale, ARUP ha illustrato il suo approccio e le esperienze maturate.
Luigi Fusco Girard, professore emerito e responsabile scientifico del progetto Horizon 2020 CLIC, è intervenuto sul tema del riuso adattivo del patrimonio culturale nella prospettiva dell’economia circolare. La valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico viene presentata come punto di ingresso per l’attuazione del modello circolare, nonché quale condizione culturale per lo sviluppo sostenibile. Il contributo culturale del progetto CLIC si fonda sul cambiamento di paradigma dall’ “io” al “noi”, promuovendo un “nuovo umanesimo” attraverso il patrimonio culturale, dove la circolarità non riguarda solo le risorse materiali, ma anche e soprattutto le risorse immateriali. Il progetto fornisce un contributo al PNRR e, in generale, alle strategie europee di Recovery e Resilience, tra cui il Green Deal europeo e il New European Bauhaus.
La d.ssa Antonia Gravagnuolo, ricercatrice CNR, ha approfondito gli strumenti operativi elaborati e testati nell’ambito del progetto CLIC, con focus sull’esperienza della città di Salerno, che ha realizzato un processo di co-progettazione per il riuso adattivo del patrimonio culturale in abbandono, attraverso il sistema valutativo di supporto alle decisioni multidimensionali sviluppate dai partner CLIC. L’obiettivo generale di CLIC, infatti, è attivare le condizioni per favorire nuovi investimenti sostenibili per il riuso adattivo del patrimonio culturale e paesaggistico abbandonato o sottoutilizzato, nel quadro del modello di economia circolare, che genera impatti positivi sul piano sociale, economico, ambientale e culturale e crea nuova occupazione, in particolare tra i giovani.